Il Bosco delle Sorti della Partecipanza è un’area forestale planiziale situata a Trino, in Piemonte. La sua conformazione, così come il suo sistema di amministrazione collettiva, sono sopravvissuti fino ai nostri giorni grazie ad un sistema di gestione che risale al medioevo: nel 1275 infatti, per donazione del marchese del Monferrato Guglielmo il Grande, quest’area è divenuta proprietà collettiva indivisa dei ‘Partecipanti’, la comunità di Trino che partecipava appunto alla gestione e al reddito del bosco. Dal 1991 il bosco è diventato Parco Naturale Regionale e rientra all’interno delle aree protette del Po vercellese-alessandrino.

Ad oggi La Partecipanza delle Sorti è un’azienda agricola con una proprietà collettiva di circa 600 ettari, caratterizzati dalla tipica struttura forestale del querco-carpineto planiziale. Il bosco è stato definito una “zattera verde” nel cuore delle risaie, ancora dominanti nell’area.

La fruizione responsabile del Bosco da parte dei soci-partecipanti è regolata oggi come lo era nei secoli passati attraverso la annuale messa in turno di taglio di alcune aree, suddivise a loro volta in un determinato numero di settori minori detti "sorti" o "punti". Ciascun "punto" è poi diviso in quattro parti, da qui il nome di “quartaroli”: ad ogni punto è assegnato un numero ed i Partecipanti sono chiamati annualmente, nel mese di novembre, ad estrarre a sorte uno dei punti. La sorte deciderà quindi in quale zona ciascun socio avrà diritto di abbattere uno o due "quartaroli" di ceduo.

Nel corso degli anni, inoltre, alcune aree agricole di proprietà della Partecipanza sono state convertite in impianti di arboricoltura di legno di pregio: il primo piano di assestamento - che risale all’entrata della Partecipanza all’interno delle aree protette - e quelli successivi, mirano al riequilibrio del bosco planiziale, coniugando funzioni naturalistiche, paesaggistiche, didattiche e scientifiche con la continuità della tradizione: l’obiettivo a lungo termine è infatti quello di riportare il Bosco a ritrovare la sua identità planiziale, applicando una selvicoltura di tipo naturalistico.

Nel 2006, anche al fine di dare riconoscimento internazionale ai secolari processi di gestione responsabile della risorsa boschiva, la Partecipanza ottiene la certificazione di gestione forestale responsabile secondo i requisiti del Forest Stewardship Council®, grazie ad un’opportunità di finanziamento legata al precedente programma di sviluppo rurale (PSR) per la Regione Piemonte del 2007-2013. In particolare è IPLA, l’Istituto per le piante da legno e l'ambiente, che su diretto affidamento della Partecipanza si impegna ad accompagnare l’azienda agricola alla certificazione.

“La certificazione del Bosco della Partecipanza ha permesso di valorizzare un patrimonio forestale mantenuto nei secoli grazie ad un sistema di amministrazione e di gestione collettiva” ci dice Camerano “La sistematizzazione delle buone pratiche di gestione e delle consuetudini, così come richiesto dai requisiti FSC, ha portato al miglioramento del capitale naturale presente, compresi i numerosi servizi di cui la comunità di Trino beneficia”. Le scelte gestionali vengono infatti valutate da un solido sistema di monitoraggio, che permette la continua ottimizzazione delle attività di gestione.

Durante i primi anni, la certificazione FSC è stata conseguita con lo scopo di esaltare il patrimonio forestale esistente, senza dare particolare rilievo alla filiera dei prodotti forestali, la cosiddetta Catena di Custodia. “Questo ha portato ad una mancanza di operatori certificati nelle primissime fasi di trasformazione del prodotto legnoso, come imprese boschive e segherie” conferma Camerano “Nei prossimi anni la sfida della Partecipanza sarà proprio quella di far conoscere la certificazione FSC sia a livello locale e regionale, creando le premesse per una valorizzazione del territorio e dei prodotti e servizi derivanti dalla foresta. La premessa rimane comunque la necessità di una maggiore consapevolezza nei confronti del settore forestale nazionale”. Come infatti conferma la Carta forestale regionale appena aggiornata, i boschi in Piemonte - così come a livello nazionale - sono in continuo aumento (+6,6% negli ultimi 15 anni, per un totale di circa 4.000 ettari all’anno), soprattutto nelle aree pedemontane di Novara e Biella, zone queste densamente popolate; un fenomeno che richiede un’attenta analisi e pianificazione della gestione delle risorse naturali.

“Nuovi segnali, come l’approvazione del Piano Forestale Regionale (2017-2027), fanno sperare ad una maggiore attenzione verso la certificazione forestale come strumento di promozione alla gestione attiva del territorio, e valorizzazione dei prodotti e servizi derivanti dalla foresta” conclude Camerano. Rimane il bisogno di un importante salto culturale per poter comprendere la potenzialità dell’enorme capitale naturale presente nel nostro territorio.